WEST MEMPHIS THREE

PARTE 15 – I WEST MEMPHIS THREE OGGI

Gli esami del DNA eseguiti nel 2007 hanno dimostrato che nessuna traccia ritrovata sulla scena del crimine può essere collegata ai tre ragazzi.

L’attenzione, invece, si è spostata verso il patrigno di una delle giovani vittime.

Gli sforzi legali atti a sollecitare la Corte Suprema dell’Arkansas a rianalizzare le prove del DNA e poter così permettere ai tre ragazzi non solo di essere liberi, ma liberi e innocenti, sono ancora in corso oggi, nel 2023.


I West Memphis Three. Da sinistra Jessie Misskelley, Damien Echols e Jason Baldwin alla premiazione della trilogia ‘Paradise Lost’ dedicata al loro caso, poco tempo dopo la loro scarcerazione.
Fonte: https://www.nybooks.com/articles/2013/04/04/nightmare-west-memphis-three/

dal libro ‘Life after Death’ di Damien Echols

…mi ci è voluto un bel po’ per cominciare a tornare me stesso. E’ un processo ancora incompleto. Ogni volta che mi stanco o mi stresso molto, lo shock inizia a insinuarsi come un banco di nebbia alla periferia della mia psiche. Non ho idea di quanto tempo mi ci vorrà a riabituarmi al mondo esterno.
Forse non accadrà mai”.

Gli esami del DNA eseguiti nel 2007 hanno dimostrato che nessuna traccia ritrovata sulla scena del crimine può essere collegata ai tre ragazzi.

Anzi: sono stati rinvenuti tre capelli. Il primo, intrappolato in un nodo dei lacci di scarpe con cui i bambini erano stati legati, ha un DNA riconducibile a Terry Hobbs, patrigno di Stevie Branch. Il secondo è riconducibile a David Jacoby, l’amico fidato che per lunghi anni ha coperto il debole alibi di Terry. Il terzo è riconducibile ad un uomo afroamericano (proprio come il misterioso uomo che il giorno degli omicidi è entrato sanguinante nel Bojangles Restaurant di West Memphis).

Queste nuove evidenze, nel 2010, hanno portato la Corte Suprema dell’Arkansas a decidere di concedere un nuova udienza probatoria per i tre ragazzi. Nonostante in aula sia stata dimostrata la totale estraneità ai fatti dei tre condannati, i pubblici ministeri hanno offerto soltanto un patteggiamento conosciuto come Alford Plea (accordo che, tra altri limiti, non permette ai condannati di chiedere un risarcimento allo Stato per tutti gli anni trascorsi in ingiusta detenzione).

dal libro ‘Witches in West Memphis’ di George Jared

“…Rifiutare un’offerta che gli permetterebbe di uscire di prigione? Questo è uno dei segni più certi della sua innocenza” dichiarò. Il 16 agosto, però, Baldwin acconsentì a lasciar perdere le questioni di principio dopo aver appreso che la salute di Echols si stava rapidamente deteriorando a causa ‘delle condizioni di vita e degli abusi che aveva sopportato nel braccio della morte’. Come disse lui stesso: ‘Quando mi resi conto che quell’accordo avrebbe potuto salvare la vita a Damien, non ebbi più nessun dubbio’. Ma essere costretto ad accettare l’accordo Alford come condizione per il suo rilascio, come fecero Echols e Misskelley, continuava a mandarlo su tutte le furie. Il giorno in cui i tre furono rilasciati, Baldwin disse: ‘Questa non è stata giustizia. All’inizio non abbiamo detto altro che la verità – che eravamo innocenti – e per questo loro ci hanno mandato in prigione per il resto della nostra vita. Siamo dovuti venire qui, e l’unica cosa che lo Stato è disposto a fare per noi è dire ‘Ehi, vi lasciamo andare soltanto se ammettete di essere colpevoli’, e questa non è giustizia, da qualunque parte la si guardi. Loro non si stanno dando da fare per capire chi ha davvero ammazzato quei bambini, e io all’inizio non volevo accettare l’accordo. D’altra parte stanno tentando di uccidere Damien, e a volte si deve mandare giù il boccone amaro per salvare qualcuno’…”.

Jessie Misskelley sin dal suo rilascio ha mantenuto un profilo basso: è l’unico dei tre ad essere tornato a West Memphis.

Jason Baldwin ha sempre dichiarato che avrebbe scritto un libro sulla sua esperienza, ma per ora non ha ancora pubblicato nulla. Nel frattempo si è trasferito ad Austin, Texas e ha fondato una associazione, la Proclaim Justice, che si batte per sostenere chi è in carcere a seguito di una ingiusta condanna. Nelle foto appare sempre sorridente, ma chi ha avuto modo di conoscerlo e seguirlo nel corso del tempo, sostiene che tra i tre è probabilmente quello che ha fatto più fatica a gestire emotivamente questa situazione. E’ difficile trovare notizie aggiornate su di lui. Le ultime risalgono ormai a qualche anno fa e lo vogliono in procinto di ottenere una laurea in giurisprudenza. Sembra che l’amicizia tra lui e Damien si sia effettivamente incrinata negli anni che sono seguiti alla liberazione (in parte, pare, anche come conseguenza delle trasposizioni cinematografiche del caso alle quali Damien aveva partecipato di più rispetto agli altri affinchè la sua persona venisse ricostruita fedelmente).

dal libro ‘Life after Death’ di Damien Echols

 “…In autunno Jason è venuto a trovarmi a New York un paio di volte. E’ difficile descrivere la nostra amicizia: adesso è una battaglia per trovare legami e punti di contatto. Stiamo navigando nel mondo in modo molto diverso e su di lui la penso come sempre: è un bravo ragazzo. C’è un momento alla fine di Paradise Lost, in cui il suo avvocato gli chiede se pensa che io sia colpevole. Jason risponde che non lo sa; forse sì. Io non ho visto il film e negli anni non ci ho riflettuto, ma ora ci penso più spesso. E’ un momento emblematico del tradimento, del dolore e dell’inganno a cui tutti siamo stati sottoposti. Noi e tutti quelli coinvolti nel caso“.

Damien ha scritto quasi subito un libro autobiografico sulla sua breve vita prima di trascorrere quasi vent’anni nel braccio della morte in una prigione di massima sicurezza. E’ sempre sposato con Lorri Davis, hanno vissuto in diverse città degli Stati Uniti evitando accuratamente il Sud per un po’. Oggi vive a New Orleans, si occupa di magia e ha scritto molti libri sulla materia. E’ attivo sia su YouTube, sia su Instagram, sia sul suo sito dove insegna magia. Oggi parla raramente della sua esperienza con la giustizia, ma continua a lottare affinché venga dimostrata la sua estraneità ai fatti e venga trovato il vero colpevole.

dal libro ‘Life after Death’ di Damien Echols

…il nostro film è stato scelto insieme ad altri otto per essere proiettato in varie città degli Stati Uniti. In gennaio sono andato anche io a Nashville per il tour promozionale. Tornare al Sud è stato un inferno. Non me lo aspettavo. Dal giorno del rilascio non ci ero più stato. Ho avuto violentissimi attacchi di panico: la paura che non sarei mai riuscito ad andarmene di lì mi impediva di respirare bene e di dormire. La febbre mi era salita a trentanove gradi e rotti e Lorri è stata sul punto di chiamare un’ambulanza. Non mi piace ripensarci. Il ricordo più caro che ho del Sundance è una battaglia a palle di neve…è una scena che rivivrò nella mia mente fino al momento in cui morirò. In questi giorni tento di guardare avanti. Sono stanco di guardare indietro. Sono stanco del caso. E non ne posso più dei Tre di West Memphis”.

Nel 2014 Scott Ellington, procuratore del Secondo Distretto Giudiziario dell’Arkansas, ha affermato, in una intervista, che non c’era alcuna indagine in corso da parte delle autorità investigative governative dell’Arkansas sul caso dei West Memphis Three.

A pochi mesi di distanza, sempre nel 2014, l’allora governatore Mike Beebe, citando ragioni procedurali, ha affermato che, anche volendo, non avrebbe potuto concedere la grazia ai West Memphis Three.

Nel 2020 John Mark Byers è morto in un incidente stradale. Per lungo tempo si è sospettato di lui anche a causa della sua fedina penale decisamente poco pulita. Nel 1973 aveva minacciato i suoi genitori con un coltello. Negli anni a seguire ha affrontato accuse di minaccia terroristica, furto su larga scala e uso di droghe. Anche se mai formalmente incriminato, si è sospettato di lui per le morti di entrambe le mogli. Nel 1990 è stato incriminato del furto di 65.000$ ai danni della gioielleria presso cui lavorava; nel 1992 è stato indagato per spaccio di droga e possesso illecito di arma da fuoco. Dal 1993, dopo l’omicidio del suo figliastro e dei suoi giovani amici, sono state molte le prove circostanziali a suggerire che Byers sapesse più di quanto lasciava intendere (molto probabilmente questo dipendeva dal suo ‘segreto’ ruolo di informatore presso il Dipartimento di Polizia di West Memphis, a sua volta corrotto). Durante le riprese del documentario ‘Paradise Lost’, Byers aveva dato al cameraman un coltello da caccia con delle macchie di sangue che corrispondevano sia al suo gruppo sanguigno, sia a quello del figlio/figliastro Chris. John aveva dichiarato di non sapere come mai ci fossero quelle tracce e aveva accettato di sottoporsi al test del DNA autorizzando le telecamere di ‘Paradise Lost’ a riprendere la sessione. Ma con le prove del DNA del 2007 l’attenzione si è spostata decisamente di più verso Terry Hobbs.

Nel frattempo, nel dicembre del 2021, l’avvocato di Damien, Patrick Benca, è stato in grado di visionare, dopo un lungo sforzo legale, i reperti legati al caso conservati in uno scatolone presso il Dipartimento di Polizia di West Memphis.

Questo il relativo comunicato stampa:

“L’avvocato di Little Rock Patrick Benca, della McDaniel Wolff & Benca, ha esaminato oggi le prove esistenti nel caso West Memphis Three che si credevano perse, danneggiate o distrutte. Il team legale di Echols è stato misteriosamente male informato e in realtà bloccato per 18 mesi dal dipartimento di polizia di West Memphis e da altre forze dell’ordine nella contea di Crittenden.
Dopo 18 mesi Echols è stato informato che le prove probabilmente non erano disponibili, ma dopo un ordine del tribunale statale, la squadra di Echols è stata invitata al dipartimento di polizia di West Memphis per esaminare quali prove rimanessero. Ciò che scoprirono fu un insieme di prove molto organizzato, catalogato e intatto.
Patrick Benca ha dichiarato: “Siamo lieti che le prove siano intatte. Stiamo progettando di andare avanti e testare queste prove utilizzando la più recente tecnologia del DNA disponibile per, si spera, identificare il vero assassino dei tre bambini nel 1993 e scagionare Damien Echols, Jason Baldwin e Jesse Misskelley.
Echols ha presentato mesi fa una  richiesta FOIA  Freedom of Information Act cercando tutti i documenti relativi alle prove mancanti nel caso WM3. Quella richiesta FOIA era rimasta senza risposta in violazione della legge dello stato dell’Arkansas. Dopo essere stato informato che le prove nel caso West Memphis Three erano state inspiegabilmente perse o distrutte, Damien Echols, che era stato liberato dal braccio della morte dieci anni fa e stava cercando di eseguire nuovi test del DNA sulle prove, ha presentato una denuncia alla Circuit Court di Crittenden chiedendo alla corte di dichiarare che ‘il West Memphis Police Department ha violato il suo obbligo legale di rispondere alla richiesta FOIA’ e di ‘ordinare alla WMPD di rispondere alla richiesta FOIA entro tre giorni’.
Damien Echols ha detto: ‘Dieci anni fa non avevo altra scelta che accettare l’accordo Alford per uscire dal braccio della morte. Avevo bisogno di lottare per la mia innocenza e per quella di Jason e Jessie fuori dalle mura della prigione. Ed è per questo che ho cercato di testare le prove del caso per scagionarci e condurre le indagini verso il vero assassino. Una volta che abbiamo chiesto alla polizia di West Memphis di consegnare le prove del caso per test avanzati, ci è stato detto che le prove erano scomparse.
Non ci siamo arresi e speriamo di poter andare avanti con tutta la dovuta fretta per sottoporre queste prove al test del DNA’ “.

A settembre 2023 l’Injustice Project e altri due gruppi di difesa tra cui il Center of Wrongful Convictions, hanno sollecitato la Corte Suprema dell’Arkansas a rianalizzare le prove del DNA e poter così permettere ai tre ragazzi non solo di essere liberi, ma liberi e innocenti.

La Corte però sostiene che questo diritto al riesame delle prove, chiesto formalmente da Damien Echols (l’unico tra i tre che continua a battersi attivamente), spetta unicamente a persone che sono ancora in carcere. Tuttavia l’Innocence Project sottolinea che, in realtà, la legge non possiede questo requisito.

Il riesame del DNA non garantirebbe solo la libertà agli innocenti, ma darebbe risposte anche alle famiglie delle vittime.

Sul sito dell’Innocence Project è attiva una petizione mondiale per sollecitare la Corte Suprema dell’Arkansas a sostenere l’appello di Damien Echols per un nuovo test del DNA sulle prove nel suo caso.

To be continued… 

Fonti:

  • Mara Leveritt: ‘Devil’s Knot’
  • Damien Echols: ‘Il Buio dietro di me’
  • George Jared: ‘Witches in West Memphis
  • Damien Echols and Lorri Davis: ‘Yours for Eternity’
  • Damien Echols: ‘Almost Home
  • Joe Berlinger e Bruce Sinofsky: ‘Paradise Lost Trilogy
  • Amy Berg: ‘West of Memphis
  • Documentario Sky: ‘The forgotten West Memphis Three