TEXAS

L’assedio di Waco

Per chi c’era negli anni ’90 Waco non rappresenta solo una località del Texas, quanto, piuttosto, un evento, tra i più drammatici, avvenuto nell’era moderna della storia americana.

L’assedio di Waco ci racconta due storie: la prima è quella di un leader carismatico autoproclamatosi messia della setta dei Davidians; la seconda è quella del secolare attrito tra privati cittadini e forze governative.

Una lotta, molto più sentita nell’Ovest del paese rispetto al resto della Nazione, che ha a che fare con i padri fondatori, con il diritto di professare liberamente la propria religione, con la proprietà privata e con la lotta contro l’ingerenza dello Stato nelle questioni dei privati cittadini.

In risposta ai fatti di Waco molti americani, soprattutto dell’estrema destra, hanno iniziato a unirsi spontaneamente in milizie paramilitari che hanno costituito un problema di gestione per tutti i decenni successivi passando anche attraverso l’attacco al Campidoglio del 6 Gennaio 2021.


Indice:

  • Waco trent’anni dopo
  • La storia
  • I fatti
  • Le conseguenze
    • Oklahoma City
    • Cliven Bundy

Waco trent’anni dopo

La città di Waco si trova sulla I-35, a metà strada tra Austin e Dallas. Nel 2019, durante un mio viaggio in Texas, ho sentito il bisogno di fare una breve variazione sull’itinerario e deviare in sua direzione.

Mi ricordavo, come li avessi letti il giorno precedente, degli articoli di giornale che nel 1993 parlavano dell’interminabile assedio avvenuto in questa zona ai danni della comunità religiosa dei Davidians, un evento che, a trent’anni di distanza, rimane contemporaneamente tra i più iconici e tra i più tragici nella storia statunitense.

Il compound sorgeva a Mt. Carmel, una località che sebbene sia appena fuori la città di Waco, è completamente isolata dal contesto cittadino e collegata, per le cinque miglia che la separano, da una stretta strada sterrata.

Ammetto che, complice anche il tramonto imminente e la connessione che non andava benissimo, mi sono lasciata suggestionare più del dovuto. Un po’ il luogo, un po’ la situazione, ho deciso che non mi sarei fermata più di tanto.

Degli edifici che componevano il compound della comune dei Davidiani oggi non è rimasto più nulla.

Solo un doppio cancello con numerosi avvertimenti ‘Enter at your own risk’ appesi, un piccolo edificio bianco poco dopo l’ingresso (che però in quel momento era chiuso) e un memoriale in pietra che riporta i nomi delle vittime.

L’ingresso del Mt Carmel Center Compound vicino a Waco, Texas.
Fonte: https://it.findagrave.com/cemetery/641480/branch-davidian-memorial
Un dettaglio del cancello di ingresso al compound Mt. Carmel Center. Fonte: https://it.findagrave.com/cemetery/641480/branch-davidian-memorial
Il memoriale all’ingresso del compound Mt. Carmel Center. Fonte: https://it.findagrave.com/cemetery/641480/branch-davidian-memorial
Il memoriale all’ingresso del compound Mt Carmel Center. Fonte: https://it.findagrave.com/cemetery/641480/branch-davidian-memorial

La storia

I Davidiani, conosciuti oltreoceano come Branch Davidians, sono stati creati da Victor Houteff.

Sono una deriva cristiana, uno spin off della Chiesa Cristiana Avventista del Settimo Giorno, seguaci di una interpretazione letterale delle scritture della Bibbia.

Credono nella seconda venuta di Gesù Cristo e nel giorno del giudizio in cui Dio punirà i colpevoli e ricompenserà i buoni. Proprio in previsione di quest’ultimo, già dal 1935, i Davidians decidono di isolarsi nella comune di Waco, un compound di settantasette acri chiamato Mt. Carmel Center.

Il gruppo, nei decenni a seguire, attraversa cambiamenti e divisioni, quasi sempre frutto di litigi e faide interne, che portano i Davidians ad essere guidati, a partire dal 1990, dall’insegnante di studi della Bibbia David Koresh, al secolo Vernon W. Howell. Koresh, sbaragliando i concorrenti, si autoproclama profeta e convince i fedeli di essere stato scelto da Dio per guidarli verso l’accettazione dell’imminente fine del mondo.

In previsione di questa apocalisse, o giorno dell’Armageddon come lo chiamano loro, i Davidians iniziano a collezionare un vero e proprio arsenale di armi e munizioni all’interno del Mt. Carmel Center: sono convinti che la strada verso la redenzione e la salvezza di Dio sia quella di separarsi dal resto del mondo e dai suoi peccati.

David Koresh proviene da una famiglia povera ed emarginata: figlio di una madre appena adolescente, negli anni della gioventù si rifugia nello studio ossessivo della Bibbia arrivando a conoscere quasi tutti i suoi versetti a memoria.

La conoscenza minuziosa della Bibbia e le sue innate doti carismatiche gli permettono di guadagnare sempre più credibilità tra i fedeli a cui si presenta con un messia, un profeta in grado di parlare direttamente con Dio. Sembra che questo Dio abbia comandato a David di procreare il più possibile portandolo quindi, a differenza dei suoi predecessori, a praticare la poligamia. Nonostante molte delle sue mogli sono minorenni, nessuno all’interno del compound interviene, nè i padri, nè i mariti, probabilmente succubi e manipolati dall’autorevolezza di David e dal potere assoluto che esercita su tutto ciò che concerne il regolamento della comune.

La docuserie Netflix dedicata all’assedio in uscita domani, 22 marzo 2023

I fatti

La leadership di Koresh crea, all’interno del gruppo, delle tensioni. Alcuni non accettano la sua autoproclamata investitura a messia, altri non ritrovano nel suo manifesto gli stessi ideali che li avevano avvicinati al gruppo religioso. Nel 1992 un fedele della comunità decide di uscire dalla setta. Informa prontamente le forze dell’ordine locali di quanto avviene all’interno del compound: poligamia, abuso di minori e possesso illegale di armi da fuoco sono solo alcuni tra i principali illeciti.

L’ex discepolo viene immediatamente trattenuto e ‘trattato’ da Rick Ross, uno dei più famosi de-programmatori statunitensi.

(il deprogrammatore è una figura non riconosciuta ufficialmente, ma che ha un gran lavoro in un contesto come quello americano ricco di sette e culti pseudoreligiosi; generalmente viene contattato dalle famiglie degli adepti che vogliono liberare i propri cari dal fanatismo religioso che li lega alla setta).

E’ attraverso questi incontri che emergono i dettagli più interessanti della vita a Mt Carmel: la poligamia di David Koresh (che, seppur illegale in Texas, è tollerata nell’ambito dei diversi gruppi religiosi), i rapporti sessuali e le relazioni sentimentali con minorenni, il commercio e l’alterazione di un gigantesco quantitativo di armi e munizioni.

Inizialmente si attivano i servizi sociali che decidono di intervenire a tutela dei minori della comunità, ma i pochi incontri non portano a nulla: i fedeli rimasti difendono il proprio credo e il proprio leader, e, soprattutto, non vogliono intrusioni dal mondo esterno.

Si decide quindi di fare intervenire la ATF (Bureau of Alcohol, Tobacco and Firearms) armata di un mandato di perquisizione per la proprietà e un mandato di arresto per Koresh, con il compito di verificare se effettivamente i Davidians nascondano un arsenale di armi e munizioni.

L’ATF durante l’assedio a Waco, Texas.
Fonte: https://historycollection.com/20-graphic-images-waco-siege-1993/

Irrompono nel compound il 28 Febbraio 1993 con i Bradley Fighting Vehicles, veicoli corrazzati delle forze armate statunitensi, e con i carri armati Abrams provenienti dalla base militare di Fort Hood in Texas.

In brevissimo tempo la situazione precipita e inizia uno scontro a fuoco che vede alla fine della giornata nove vittime tra Davidians e agenti dell’ATF.

Entrambe le parti si incolperanno a vicenda, affermando tutte e due la stessa cosa: “hanno iniziato loro“.

Da quel momento inizia un assedio che durerà cinquantuno giorni, uno dei più lunghi e complicati della storia statunitense, ancora oggi conosciuto come il ‘Waco Siege‘.

Tecnicamente l’assedio è avvenuto fuori dalla città (il compound dei Davidiani si trovava qualche miglio a est della città, nella McLennan County, che nel 1993 contava circa centomila abitanti), ma nella memoria collettiva si parlerà sempre di Waco per fare riferimento a questo episodio, cosa non particolarmente gradita a tutti gli abitanti del posto che, sebbene avessero un buon rapporto con i Davidians, avrebbero preferito non essere associati a questo fatto.

Nei giorni immediatamente successivi ai fatti la comunità texana, abituata all’immobile tranquillità della provincia americana, è vittima di un altro tipo di assedio: giornalisti da tutta la Nazione, forze armate, parenti dei Davidiani e curiosi da tutto lo Stato, arrivano a Waco portando ad esaurimento le prenotazioni di hotel, motel e ristoranti. Ma soprattutto portando sotto i riflettori una comunità che fino a quel momento aveva vissuto in un pacifico e rassicurante anonimato.

Il museo della Dr Pepper a Waco, città natale della bibita.
Fonte:
https://www.tripadvisor.it/Attraction_Review-g56833-d270859-Reviews-Dr_Pepper_Museum-Waco_Texas.html

Fuori dal compound alcuni gruppi di sostenitori della comune si organizzano per vendere merchandising anti governativo come t-shirt, baseball hats e bumper stickers (pratica che potrebbe sembrare bizzarra, è invece assai utilizzata nella cultura statunitense; qualcosa di simile avviene, per esempio, anche in occasione delle esecuzioni letali quando fuori dai penitenziari si radunano oppositori e sostenitori entrambi con il loro merchandising).

Ostilità tra cittadini e governo federale non sono una novità.

Solo otto mesi prima un gruppo di agenti federali aveva assediato l’area abitativa di una famiglia di bianchi suprematisti a Ruby Ridge, in Idaho. Anche in questo caso le cose erano finite male, con più di una persona uccisa tra cui un ragazzino di quattordici anni. Solo nei decenni a seguire gli agenti federali, chiamati a testimoniare in una commissione di inchiesta indipendente, riconosceranno che la loro operazione a Ruby Ridge era stata “gestita tremendamente male“.

Le due vicende sono legate da un denominatore comune che non passa inosservato durante entrambi gli assedi e, ancora meno, durante le indagini svolte successivamente dalle commissioni di inchiesta dedicate: la sproporzione di forze spiegate rispetto all’obiettivo. 

L’assedio della ATF e della Idaho State Patrol nell’agosto del 1992 nei pressi di Ruby Ridge, l’abitazione di Randy Weaver.
Fonte: https://www.pennlive.com/life/2020/08/we-are-very-sorry-the-bloody-standoff-at-ruby-ridge-in-1992-that-left-3-people-dead.html
Guidando per l’Idaho.
L’Idaho e il Montana sono due tra gli Stati considerati ‘casa’ delle milizie suprematiste bianche. Video e foto scattate in Idaho, 2023

A Mt. Carmel intanto arriva anche l’FBI che, insieme alla ATF, prende il comando dell’operazione. A capo della missione c’è l’agente Jeff Jamar, mentre l’intermediario John Dolan gestisce le operazioni di negoziazione con il leader David Koresh. Tra agenti dell’ATF, dell’FBI, dei Texas Rangers, civili armati e National Guardsmen, fuori dal compound si raggiunge brevemente il numero di ottocento unità schierate in attacco contro una comunità di appena un centinaio di individui.

John Dolan, dopo ore di conversazione, arriva ad un accordo con David Koresh: quattordici bambini vengono liberati e fatti uscire sani e salvi dal compound. Dolan, tuttavia, non riesce a convincere il leader davidiano ad abbandonare l’edificio. Le conversazioni tra Dolan e Koresh proseguono per i successivi giorni e le successive settimane, ma la tensione è così alta che l’agente fatica a stabilire un solido rapporto di fiducia con David, il quale, spesso, svia le domande e i tentativi di negoziazione indirizzando la conversazioni su temi religiosi o letture della sua amata Bibbia.

L’FBI si stanca. Decide che è il momento di passare a tecniche più aggressive come la privazione del sonno, puntando per tutta la notte dei fari di luce potentissimi attraverso le finestre del compound; la privazione sensoriale, diffondendo musica a tutto volume (molta Dolly Parton sembrerebbe…) alternata ad audio terrificanti di animali scuoiati vivi; l’interruzione della corrente. Avevano fretta di concludere l’intervento il prima possibile: il costo dell’intera operazione stava aumentando eccessivamente arrivando a costare, in quel momento, quasi un milione di dollari al giorno.

I Davidiani, a questo punto, riescono a comunicare con l’esterno solamente più attraverso delle brevi frasi scritte su lenzuola che appendono fuori da una finestra del loro edificio.

“Rodney King ti capiamo”. Rodney King era un tassista afroamericano che il 3 Marzo del 1991 venne picchiato brutalmente da diversi agenti della Los Angeles Police Department. L’assoluzione degli agenti fu lo starter, l’anno successivo, dei Los Angeles Riots.
Font
e:https://cdm16086.contentdm.oclc.org/digital/collection/p9010coll4/id/410/

Ironia della sorte, l’Armageddon che tanto stavano aspettando con timore, chiusi nel loro compound, sembra essere arrivato veramente il 19 Aprile 1993 quando, dopo cinquantuno giorni, l’allora ministro della Giustizia Janet Reno, su autorizzazione del Presidente Bill Clinton, ordina agli agenti di intervenire gettando all’interno dell’edificio oltre quattrocento gas lacrimogeni.

Gli ufficiali entrano nel compound con i carri armati Abrams, creano dei varchi nel muro dell’edificio principale e, attraverso queste fessure, gettano i gas. Nonostante i Davidians posseggano delle maschere antigas, l’FBI è consapevole che non hanno in dotazione quelle adatte ai bambini.

Scoppia immediatamente un incendio che in brevissimo tempo divampa in tutta la struttura riducendola completamente in cenere. La versione sui fatti degli agenti è che il fuoco è stato causato dalla reazione tra il gas dei lacrimogeni e i colpi sparati dai Davidians.

Muoiono settantasei persone tra cui venticinque bambini. Nei corpi di dodici bambini e cinque adulti, tra cui David Koresh, vengono rinvenute ferite da arma da fuoco: è probabile che si siano sparati fra di loro nell’ultimo disperato tentativo di evitare una lenta agonia.

Alcuni sostengono che, tra i detriti, un investigatore abbia trovato una pagina, rimasta intatta, recante il testo del IV emendamento, quello, per capirci, che difende il diritto dei cittadini di godere della sicurezza personale, della loro casa, delle loro carte e dei loro beni, nei confronti di perquisizioni e sequestri ingiustificati.

Agenti dell’ATF e FBI in azione fuori dal compound di Mt Carmel.
Fonte: https://www.vox.com/2016/1/5/10714746/waco-ruby-ridge-oregon

Le conseguenze

Alle indagini giudiziarie che hanno attribuito la responsabilità della tragedia ai Davidiani, pochi anni dopo è seguita l’istituzione di una commissione di inchiesta al fine di indagare più chiaramente sull’operato delle forze dell’ordine coinvolte.

Nonostante le indagini giudiziarie abbiano stabilito che a sparare per primi siano stati i Davidians, l’opinione pubblica è sempre più convinta che il vero assassino sia stato il Governo, condannando il suo operato come una illegittima ingerenza nelle questioni di proprietà privata e libertà di culto dei cittadini.

E’ solo nel 1999, in occasione delle dichiarazioni fornite in Commissione speciale, che l’FBI ammette qualcosa che fino a quel momento aveva sempre negato: per annientare i Davidiani sono state usate bombe infiammabili.

Inoltre viene insinuato, con una certa insistenza, che la Delta Force, un’unità antiterrorismo super segreta di cui il Pentagono non ammette neppure l’esistenza, abbia preso parte, in segreto, all’operazione. Questa sarebbe un’ulteriore aggravante in quanto la legge americana vieta qualsiasi tipo di presenza militare in operazioni di polizia.

Colpe e responsabilità nell’assedio di Waco sono state discusse a lungo sia in ambito giuridico, sia in ambito di opinione pubblica. Queste hanno dato vita a infinite teorie del complotto e alla formazione spontanea di milizie di cittadini semplici che si addestrano in autonomia per difendersi da soli da quelle che considerano incursioni illegittime del potere federale. Alcuni esempi:

  • Oklahoma City

In una di queste milizie si sono formati e radicalizzati Timothy McVeigh e Terry L. Nichols i due attentatori che, il 19 Aprile 1995, nel secondo anniversario del Waco Siege, bombardano un ufficio federale a Oklahoma City.

Timothy J. McVeigh è un reduce di guerra che è stato a Waco per osservare l’assedio confondendosi tra la folla e tra gli agenti radunati per giorni fuori dal compound.

Il 19 aprile del 1995 McVeigh parcheggia la sua Ford di fronte all’ufficio governativo di Oklahoma City. Indossa una t-shirt che recita ‘Sic Semper Tyrannis’ (la frase che Bruto avrebbe pronunciato nell’atto di uccidere Giulio Cesare) e aspetta fino alle 9.02 quando avviene l’esplosione.

L’attentato uccide centosessantotto persone e ne ferisce settecento.

E’ stato l’atto di terrorismo interno più devastante della storia americana.

McVeigh viene condannato a morte e proprio poco prima di morire dichiara: “Waco ha iniziato questa guerra, speriamo che Oklahoma la finisca. L’unico modo per fargli arrivare questo messaggio, è fargli pagare il conto”.

Un insospettabile Timothy McVeigh fuori dal compound dei Davidians mentre assiste all’assedio. Fonte: https://www.wsj.com/articles/oklahoma-city-and-ruby-ridge-reivews-histories-of-tragedies-1486077502
L’edificio federale distrutto nell’attentato ordito da Timothy McVeigh. Fonte: https://abcnews.go.com/US/nations-deadliest-domestic-terrorist-inspiring-generation-hate-filled/story?id=73431262
  • Cliven Bundy

A Bunkerville, in Nevada, il rancher Cliver Bundy da vent’anni si rifiuta di pagare al BLM, Bureau Of Land Management, le tasse pretese per il pascolo del suo bestiame su terre di proprietà del governo federale.

Nel 2014, quando il debito è arrivato a un milione di dollari, il BLM decide di passare all’azione.

I suoi agenti, a cavallo, entrano nei terreni federali dove Bundy porta le sue mucche al pascolo e le sequestra.

Proprio come a Ruby Ridge, anche in questo frangente il figlio di Bundy viene colpito, anche se non mortalmente, e il video dell’aggressione inizia a girare così tanto che centinaia di persone, da tutta la nazione, soprattutto dal Montana, accorrono al ranch a sostegno della famiglia Bundy.

I sostenitori si trasformano in breve tempo in una nutrita milizia e la tensione, all’idea che la situazione possa sfuggire di mano, si alza.

Le forze dell’ordine non possono permettere che la storia si ripeta: indietreggiano e riconsegnano a Bundy il suo bestiame.

Quando il video del confronto diventa virale, le reazioni non si fanno aspettare: centinaia di autoproclamatisi patrioti e membri di milizie armate sfilano con cappelli da cowboy sui loro cavalli in Bunkerville, Nevada: hanno sconfitto il governo federale.

I giorni dell’assedio presso il ranch di Cliven Bundy a Bunkerville, Nevada
Raggiungendo Bunkerville da Las Vegas: eroi in bicicletta e fotografie alla Breaking Bad. Video girato in Nevada. Estate 2023.
Bunkerville è sul confine tra Nevada e Arizona e la sua popolazione raggiunge appena i mille abitanti. Foto scattata in Nevada. Estate 2023.
Bunkerville è costituita da un piccolo agglomerato di case ai lati di una strada statale. Video girato a Bunkerville, Nevada. Estate 2023.
Il centro di Bunkerville.
Foto scattata a Bunkerville, Nevada.
Estate 2023
Di solito, attraversando queste piccole comunità, si ha sempre l’impressone che tutto sia immobile e non succeda mai nulla: difficile immaginare lo stesso posto nel caos di un assedio governativo.
La stazione dei pompieri di Bunkerville.
Foto scattata a Bunkerville, Nevada.
Estate 2023.