IL MOVIMENTO PER I DIRITTI CIVILI

Il Movimento – parte 9

Nel 1965 a Watts, Los Angeles, scoppia un’autentica guerra civile della durata di sei giorni. 

Le città del Nord, che stanno facendo i conti con l’esplosione di violenti scontri, fanno fatica ad identificarsi con città del Sud come Selma o Birmingham.

Molti, tra i leaders neri delle più grandi aree metropolitane statunitensi del Nord, considerano Martin Luther King inadatto a gestire i problemi che insorgono qui e si rifiutarono di collaborare con lui e il suo staff.


Indice:

  • Chicago 1965-1968
  • Detroit 1967

Chicago

1965 – 1968

A Chicago il sindaco è Richard J. Daley.

Sotto il suo mandato si sta formando un gruppo indipendente che si ribella alle condizioni abitative inadeguate negli slums, quartieri in cui i neri sono costretti a vivere da quando sono arrivati qui, quasi sessant’anni prima, e che da allora sono rimasti sempre segregati. 

Non ci sono servizi adeguati e gli affitti sono molto alti.

In più i processi di gentrificazione non hanno migliorato le cose.

Daley, che ha a che fare con questa situazione quotidianamente, scoraggiata la comunità nera ad unirsi a Martin Luther King; quando questi raggiunge i manifestanti a Chicago, viene accolto con freddezza e diffidenza.

Il Sindaco e Martin Luther King si incontrarono per capire come placare e gestire le rivolte.

La prima differenza che King e i suoi uomini percepiscono è che, mentre la violenza del Sud proviene quasi sempre dalle stesse persone (di solito uomini bianchi, spesso in divisa), qui intere famiglie bianche (composte da donne, uomini, ragazzi e bambini) escono letteralmente dalle loro case, brandendo tra le mani qualsiasi tipo di arma, per manifestare il loro rifiuto e odio verso la comunità afroamericana.

In qualche modo è più spaventoso.

In pochi giorni il movimento si concentra, invece che sugli slums, sui quartieri bianchi che escludono i neri come Cecil Row, la zona più bianca di Chicago.

Seguono rivolte sanguinose che riconfermano una fiducia sempre più debole verso la strategia di King e del Movimento.

Nonostante la marcia su Chicago, con Martin Luther King in testa, rispetti le direttive della non violenza, c’è molta tensione e molta rabbia tra i suoi manifestanti.


Detroit

1967

Questa rabbia si esprime al suo meglio a Detroit, nel 1967.

Ci sono disordini, roghi, atti di vandalismo che aumentano la sensazione di paura sia tra la comunità nera, sia tra le forze dell’ordine.

Muoiono circa quarantatrè persone dall’inizio degli scontri.

Lyndon B. Johnson decide di mandare la Guardia Nazionale a supporto: c’è così tanto caos e così tanta paura che i paragoni con la guerra in Vietnam si sprecano.

Circa settemila persone vengono arrestate, principalmente giovani neri.

Il presidente Johnson crea una commissione per investigare sull’accaduto. 

Da una parte deve fare i conti con una guerra costosa sia in termini di vittime, sia in termini di denaro, in Vietnam; dall’altra con un’ondata di conservatorismo, odio e razzismo in casa propria.

Due società separate e uguali combattono per un’idea comune di America.

Detroit‘ il film del 2017 diretto da Kathryn Bigelow narra gli scontri avvenuti a Detroit tra il 23 e il 27 Luglio 1967 che portarono alla morte di 43 persone, al ferimento di 1.189, a 7.200 arresti e a più di 2.000 edifici distrutti.
O.J.Simpson: made in America‘ è un documentario del 2016 vincitore del premio ‘Oscar al miglior documentario’. Il primo episodio evoca le rivolte di Watts del 1965 e del 1992 per spiegare il contesto dell’affare O.J.Simpson.

Fonti:

  • Harry Hampton: ‘Eyes on the Prize